Acaro dei Tarli Pyemotes ventricosus (Newport, 1850)
Presenta una forma del corpo allungata ovoidale nei maschi, mentre nelle femmine, nel periodo riproduttivo, l’addome assume una forma tondeggiante molto evidente, la parte anteriore del corpo della femmina rimane stretta e piuttosto allungata. I maschi e le femmine, non ancora con l’addome estremamente sviluppato, non sono visibili ad occhio nudo, misurano in genere 0,2 mm di lunghezza, mentre quando nella femmina si sviluppa enormemente l’addome e quindi viene definita fisogastra, è possibile notarla ad occhio nudo poiché la sua dimensione raggiunge 1,2 mm di lunghezza con questa pallina terminale che corrisponde all’addome dilatato.
Il colore del corpo è bianco-giallognolo e grazie all’aiuto di un binoculare si possono notare le zampe.
Pyemotes ventricosus è una specie di acaro predatore che si nutre, succhiandone l’emolinfa, a spese di larve e pupe di un certo numero di insetti come alcuni Lepidotteri, Coleotteri, ma vive anche su vespe e api selvatiche.
Viene a contatto con l’uomo quando si trova a vivere su granaglie, paglia e fieno o prodotti di altro genere a base di piante, legna da ardere oppure mobili di legno infestati da tarli. Gli spostamenti d’aria possono essere sufficienti a trasferire gli acari sulla pelle o sui vestiti quando ci si trova in stretta vicinanza con i materiali infestati.
Di solito i contatti con l’essere umano sono accidentali e temporanei. Gli individui responsabili delle lesioni non rimangono sulla pelle a lungo, infatti difficilmente vengono rinvenuti sul malcapitato quando avviene la visita dermatologica in seguito allo sviluppo della patologia.
La specie può compiere diverse generazioni all’anno e moltiplicarsi piuttosto rapidamente, soprattutto, ovviamente, se ci sono condizioni favorevoli di temperatura e di umidità, situazioni abbastanza facilmente riscontrabili nelle abitazioni.
Questo acaro vive all’interno delle gallerie scavate dai tarli per buona parte dell’anno, in primavera le femmine escono dalle gallerie e quindi è molto più facile che intercettino gli esseri umani, pungendoli.
Quando pungono, le femmine iniettano una neurotossina che genera nella pelle umana le reazioni tipiche di questa dermatite.
La specie in questione è rinvenibile in ambienti piuttosto diversi come, ad esempio, magazzini di granaglie ma anche di fieno e di paglia, depositi di mobili in legno, laboratori di restauratori, depositi di legname di vario genere, abitazioni, uffici, musei.
Pyemotes ventricosus può occasionalmente pungere l’uomo in seguito ad un contatto accidentale poiché la specie è predatrice di larve e di pupe di numerose specie di insetto, compresi i tarli del legno.
Si tratta di acari che si sviluppano a spese di larve di Coleotteri e Lepidotteri che infestano i magazzini, le derrate e il legname, ma la specie è nota soprattutto perché si sviluppa carico delle larve dei tarli del legno. In ambienti infestati questi acari possono pungere l’uomo. Le punture possono interessare sia le parti del corpo scoperte (viso, collo, braccia) sia anche il tronco della persona colpita. Il danno quindi è di tipo sanitario, a carico dell’uomo; di per sé l’acaro sarebbe un agente di contenimento di insetti dannosi infestanti.
Questi acari non sono vettori di malattie, ma possono causare dermatiti a volte piuttosto serie in caso di persone sensibili e/o per la presenza di un numero piuttosto elevato di acari che possono infliggere le punture.
Le lesioni, che si presentano come papule un po’ in rilievo sulla pelle e arrossate, con alone eritematoso e fortemente pruriginose anche per più di un giorno possono interessare anche grandi superfici del corpo e possono assumere una forma piuttosto caratteristica allungata che viene definita “a cometa”. (https://www.copyrpco.it/infestanti/162677558858409/pyemotes-ventricosus-newport–1850-acaro-dei-tarli-/)
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