COCCINIGLIA DAI FILAMENTI COTONOSI TAKAHASHIA JAPONICA (COCKERELL)

Takahashia japonica è un Emittero appartenente alla famiglia dei Coccidi

Ciclo biologico

Lo stadio utile per la dispersione naturale della cocciniglia è sicuramente quello di ninfa. In questa fase, infatti, l’insetto può facilmente spostarsi sulla pianta strisciando, oppure può lasciarsi trasportare dal vento o da altri animali. La diffusione su lunga distanza, invece, avviene grazie al trasporto delle piante in commercio.
Essendo una specie ancora in piena fase di studio, non sono molte le informazioni su Takahashia japonica. Dalle osservazioni finora eseguite pare che la cocciniglia compia una generazione all’anno. Nel periodo primaverile (fine aprile – inizio maggio), le femmine adulte si fissano sull’ospite privilegiando inizialmente i rami posti alla base della chioma, maggiormente riparati dal sole. Qui iniziano a produrre gli ovisacchi all’interno dei quali si trovano le uova.
Alla schiusa, che avviene a fine maggio, le neanidi migrano dagli ovisacchi alle foglie, dove iniziano a nutrirsi mediante un apparato boccale pungente-succhiante. Qui rimarranno fino al mese di ottobre quando, trovando riparo sul ritidoma, sverneranno come ninfa. L’anno successivo, a sviluppo completato, le femmine iniziano a produrre gli ovisacchi per dare il via alla nuova generazione.
Le femmine allo stadio adulto presentano lunghezza d circa 7 mm e larghezza di 4 mm, con una colorazione marrone chiaro che scurisce al raggiungimento della maturità. In quest’ultimo stadio la porzione dorsale risulta rugosa.
La principale caratteristica che permette di riconoscere questa cocciniglia è senza alcun dubbio il caratteristico ovisacco. Questo ha origine dal corpo della femmina di cocciniglia ed assume l’aspetto di un tubicino bianco di consistenza cotonosa. L’ovisacco è costituito da sostanze cerose e si allunga fino ad assumere una forma ad anello di 4-5 cm per contenere migliaia di uova.
Takahashia japonica è una cocciniglia di origine asiatica, descritta per la prima volta su alberi di gelso in Giappone e diffusa anche in Cina, Corea del Sud e India. Takahashia japonica è una cocciniglia dal carattere estremamente polifago e di recente introduzione in Italia. In Europa è stata segnalata per la prima volta in un parco comunale nel 2017 a Cerro Maggiore (provincia di Milano) su rami di Liquidambar styraciflua, ma è presente anche in altri comuni in provincia di Milano, Varese, Monza Brianza e Como. Questa identificazione e le indagini territoriali hanno permesso di rilevare la sua presenza anche su alcune piante di altri comuni milanesi, quali Legnano, Rescaldina, San Giorgio su Legnano e Canegrate, in provincia di Varese a Castellanza, Busto Arsizio e Saronno, e nella città di Monza. Attualmente, i report e dati EPPO Global database (European and Mediterranean Plant Protection Organization) presentano i primi ritrovamenti in Italia, Regno Unito e Croazia. “Il parassita che sta infestando gli alberi di Milano” (milanotoday, 16/05/2022).

Piante ospiti

Si riscontra l’estrema polifagia di questo insetto, ossia presenta una vasta gamma di piante ospiti: parliamo di 28 specie di piante di tipo arboreo. La sua diffusione naturale è facilitata in caso di alberature monospecifiche disposte in filari lungo la strada.
Nel territorio italiano i ritrovamenti hanno interessato le seguenti piante:

  • Il genere Acer, in particolare Acer pseudoplatanus;
  • Albizia julibrissin; albizzia
  • Cercis siliquastrum; albero di giuda
  • Carpinus betulus; carpino bianco
  • Morus nigra; gelso nero
  • Morus alba; bianco
  • Celtis australis; bagolaro
  • Liquidambar styraciflua liquidambar
  • Altre specie.

Di queste, A. pseudoplatanus, Albizia julibrissin, Carpinus betulus e Celtis australis sono nuovi ospiti rispetto all’areale di origine. Nel Regno Unito le piante ampiamente colpite appartengono ai generi Acer, Albizia, Anlus, Citrus, Cornus, Cydonia, Juglans, Magnolia, Morus, Parthenocissus, Prunus, Pyrus, Robinia e Salix.
Dalle prime osservazioni condotte in Lombardia l’insetto compie una sola generazione all’anno. In primavera, verso fine aprile inizio maggio, le femmine adulte producono i caratteristici ovisacchi. A fine maggio le neanidi escono dalle uova e migrano verso le foglie posizionandosi sulla pagina inferiore ove, con l’apparato pungente-succhiante, si alimentano della linfa rimanendovi fino al mese di ottobre epoca in cui ritornano sui rami per svernare continuando a nutrirsi della linfa.
Il Servizio Fitosanitario Regionale sta monitorando il comportamento di questo insetto di nuova introduzione per verificarne ospiti e danni.
Una delle operazioni più importanti ai fini del controllo è sicuramente il monitoraggio dell’insetto sugli alberi di specie suscettibile in città. Dalle osservazioni effettuate negli anni si è visto che la cocciniglia predilige inizialmente i rami basali dell’ospite, probabilmente perché più riparati dalla luce del sole. È importante cercare di intervenire in questa prima fase con una potatura per eliminare i rami infestati in quanto risulta il metodo più efficace contro la cocciniglia.
Un valido aiuto è sicuramente dato dagli insetti coccinellidi e altri predatori, perciò può essere utile effettuare un rilascio di tipo inondativo di questi insetti.
In caso di infestazioni dei vostri alberi si consigliano dei trattamenti con insetticidi specifici, rivolgetevi a personale specializzato.

Cocciniglia farinosa o cotonello degli agrumi – Planococcus citri (Risso)

Piante ospiti: Agrumi, Ornamentali (erbacee ed arboree) all’aperto ed in serra, Vite, Fico, ecc.

Identificazione e danno

La Cocciniglia farinosa è una specie polifaga diffusa ovunque nelle aree temperate, in pieno campo e nelle serre; attacca gli Agrumi provocando danni in modo particolare all’Arancio, al Mandarino ed al Limone. La femmina adulta (circa 2,5-3 mm di lunghezza) è appiattita e presenta il corpo ricoperto da una polvere cerosa; essa è contornata da una serie di raggi cerosi di uguale lunghezza, ad eccezione dei due caudali, più lunghi. Il maschio, lungo 1 mm, è dotato di ali ed ha il corpo di colore bruno-rossiccio. Le neanidi, lunghe circa 0,5-1 mm a maturità, sono giallognole.
Sugli Agrumi si localizza in prossimità dei frutti, soprattutto nelle zone di contatto tra frutti e frutti/foglie; la fitta vegetazione favorisce il formarsi di dense colonie fioccose, a volte presenti anche sui fiori, che prolificano in condizioni di umidità elevata e nelle zone in ombra.
I danni sono:

  • diretti: sottrazione di linfa;
  • indiretti: produzione di melata e abbondante secrezione cerosa, con conseguente sviluppo di fumaggini.

I frutti vengono deprezzati perché imbrattati di mela­ta, ricoperti di fumaggine e di fiocchi di cera; le forti infestazioni inoltre provocano anche caduta dei frutti. L’attacco di Planococcus citri favorisce la presenza di altri insetti tra cui le larve del Lepidottero Ficitide Cryptoblabes gnidiella che trovano rifugio tra gli ammassi cerosi; queste larve danneggiano i fiori e i frutti.

Ciclo biologico

Il Planococcus citri sverna, normalmente, come neanide di 2a età; tuttavia può svernare anche in altri stadi, riparato tra la vegetazione o tra le screpolature del tronco, o alla base del colletto.
In primavera le femmine iniziano l’ovideposizione che avviene in un ovisacco formato da fiocchi di cera; questo ovisacco assume un aspetto cotonoso e può contenere alcune centinaia di uova (anche 600). Il numero delle generazioni è variabile a seconda delle condizioni ambientali; di solito varia da 2 a 5 generazioni all’anno.

Lotta

Lotta biologica
La lotta biologica può essere:

– naturale per la presenza di numerosi nemici natu­rali quali i Coccinellidi del genere Scymnus, il Chi locorus bipustulatus, il Lindorus lophantae, il Neurottero Sympherobius pygmaeus ed altri;

– attiva con l’allevamento e la diffusione di entomofagi come:

  • il Coleottero Coccinellide Cryptolaemus montrouzieri;
  • l’Imenottero Leptomastix dactylopii.

Lotta chimica
Quando la popolazione del fitofago non è sufficientemente controllata dagli entomofagi ed in presenza di infestazioni che superano le soglie di intervento si effettuano trattamenti chimici. Le soglie di intervento sono stimate in circa 5-10% di frutti infestati.

Cocciniglia cotonosa degli agrumi – Icerya purchasi Mask

Piante ospiti: Agrumi, Pittosporo, Acacie, Ginestre, varie ornamentali ed ortive in serra.

Identificazione e danno

La Cocciniglia cotonosa degli Agrumi è di origine australiana; essa è stata segnalata in Italia all’inizio del secolo scorso e prospera nelle regioni più temperate. L’Icerya purchasi è specie ermafrodita; l’adulto (convenzionalmente chiamato femmina, di circa 4-5 mm di lunghezza) ha il corpo di colore rossastro ricoperto di cera biancastra. La “femmina” matura è dotata di un voluminoso ovisacco ceroso, percorso longitudinalmente da carenature. Il maschio, che compare solo saltuariamente sviluppandosi da uova non fecondate, è dotato di ali e misura circa 1 mm.
Le neanidi, di colore arancio alla nascita, si ricoprono successivamente di abbondante cera bianca. Il danno si manifesta sulla pagina inferiore delle foglie, sui peduncoli dei frutti e sui rami più giovani, ed è dovuto alla sottrazione di linfa, con conseguente rallentamento dello sviluppo delle piante e filloptosi. Inoltre dalle ferite inferte alla corteccia dei rami può trasudare linfa; ed infine l’abbondante produzione di melata imbratta la vegetazione ed i frutti, determinando anche la comparsa di fumaggine.

Ciclo biologico

L’lcerya purchasi sverna in ogni stadio di sviluppo; spesso, tuttavia, sverna come forma immatura o adulta.
A fine inverno, febbraio, inizia la produzione di uova nell’ovisacco che ne contiene alcune centinaia; all’inizio della primavera compaiono le neanidi (la generazione). A questa generazione ne seguono altre due, con comparsa delle neanidi verso il mese di giugno (2a generazione) e verso il mese di settembre (3a generazione). L’lcerya compie pertanto 3 generazioni all’anno; in casi di condizioni ambientali favorevoli vi può essere anche una 4a generazione.

Lotta

L’Icerya purchasi viene controllata naturalmente da Rodolia cardinalis, un Coccinellide australiano che è stato abbondantemente introdotto in Italia dall’Istituto di Entomologia agraria dell’Università di Napoli.
La lotta chimica si rende necessaria per gli ingenti danni in caso di forti infestazioni; in questi casi si fanno trattamenti, generalmente in inverno, con Oli bianchi, eventualmente attivati, in caso di massiccia presenza, con Fosforganici, o con Piretroidi.

Il nostro intervento di disinfestazione si preoccupa di utilizza prodotti professionali PMC di ultima generazione e soprattutto si scelgono diversi insetticidi quindi principi attivi in base al luogo del trattamento e alla sua morfologia, in base al target quindi all’insetto infestante e in base alle esigenze del cliente. Si ricorda dove possibile si opta sempre per trattamenti con prodotti senza alcuna tossicità per persone e animali e senza che ci sia la necessità di abbandono i locali trattati; ma nelle disinfestazioni più complesse (ad es. cimici da letto) che richiedono l’utilizza di macchinari a nebulizzazione ultra fine con saturazione completa dell’ambiente infestato, è necessario che il cliente dopo la fine dell’intervento faccia ritorno in casa non prima delle 4 ore con un successivo arieggiamento dei locali trattati potendo dopo tale periodo tornare alla vita quotidiana.

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